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Review: The Circle


The Circle è un'azienda d'avanguardia tecnologica, che concentra il suo potenziale su applicazioni e strumenti “social”, per restare sempre in contatto, gli uni con gli altri e per dire chi siamo, in modo trasparente.

Sempre trasparente. Queste solo parole che possono riassumere il concetto meravigliosamente intrigante di questa pellicola. Si, perchè la cosa più bella in assoluto di The Circle, è la sua storia, e la sua filosofia distopica, cosa che personalmente amo. Il concetto è quello che, in un futuro imprecisato (ma dannatamente vicino) saremo tutti collegati, e arriveremo ad essere completamente trasparenti attraverso i social, rivelando ogni nostro segreto, e lasciandoci spiare 24 su 24. Sembra una premessa disastrosa, non è vero? Ma quanto si distacca dalla realtà?

Come ho già detto, è la storia e la filosofia che hanno reso questo film incredibilmente coinvolgente e sentito. Il resto, penso sia volutamente semplice: le inquadrature sono classiche, le luci naturali o quasi assenti in alcuni momenti, gli effetti speciali sono presso ché inesistenti, le scenografie semplici e eleganti. Questo esalta indubbiamente la storia, senza distrarci con inutili migliorie tecniche. La recitazione viene portata in alto da parecchi personaggi conosciuti nel mondo del cinema e non: prima fra tutti, la protagonista, Emma Watson, che interpreta Mae Holland, una giovane ragazza che inizia a lavorare per The Circle per poter aiutare il padre, malato di Parkinson. Le altre punte di diamante sono Tom Hanks nel ruolo di Eamon Bailey, fondatore di The Circle (che ricorda molto nelle movenze e nelle scenografie Steve Jobs); poi ci sono John Boyega (l'attore che interpreta Finn in Star Wars – Il risveglio della forza) nel ruolo di Ty e Karen Gillan (l'attrice che ha interpretato Amy Pond in Doctor Who) nel ruolo della migliore amica di Mae, Annie: di quest'ultima, ci tengo a sottolineare la sua recitazione e il suo personaggio, che si avvicina molto alla nostra percezione di questa storia.

The Circle in determinati punti riesce ad essere particolarmente inquietante, e in altri incredibilmente profondo, con punte anche di dolore, tremendamente reale. Non mi aspettavo che la storia fosse così curata, e questo mi sta spingendo ad acquistare il libro da cui questo film è tratto, e quindi vi consiglio di farlo, perchè è una storia che merita davvero, che ricorda vagamente 1984 di Orwell, e che si avvicina incredibilmente (senza però superarla) alla serie Black Mirror.

Il problema, è il finale. Un disastro, un finale aperto ma in realtà chiuso. In che senso? Vedete il film, e come me vi renderete conto di quanto il finale rovini e, letteralmente, “butti nel cesso” l'intero film. Quindi, soprattutto per questo motivo il mio voto è un 7.5, che va interamente alla storia. Indubbiamente vi consiglio di vederlo, soprattutto per riflettere su come la tecnologia potrebbe arrivare a distruggere, invece di costruire e come, proprio come in 1984, la troppa voglia di sicurezza ci spinga a privarci della privacy definitivamente.


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