Review: It Follows
La diciannovenne Jay si risveglia in un edificio abbandonato nei pressi di una stazione ferroviaria, legata ad una sedia a rotelle; a portarla lì, dopo averla narcotizzata, è stato il ragazzo con cui poco prima ha avuto un rapporto sessuale. Il ragazzo gli rivela che era stato colpito da una sorta di maledizione che si trasmette attraverso il rapporto intimo, in cui la vittima viene perseguitata da una presenza soprannaturale di origine sconosciuta, che spesso assume le sembianze di persone familiari, e che per quanto questa entità si limiti a camminare lentamente nella direzione di colui che ne è colpito, è comunque implacabile e che per nessuna ragione bisogna permettergli di raggiungerti. Ora è Jay ad essere portatrice della maledizione, e l'unico modo che ha per liberarsene è trasmetterla a un'altra persona andandoci a letto.
No, non è una commedia, non è un porno, e non è uno di quei trash/horror che virano al demenziale.
'IT FOLLOWS' è uno dei titoli più interessanti degli ultimi anni.
Non è un capolavoro, sia chiaro, ha i suoi difetti e forse, ci vorrà del tempo prima che venga veramente apprezzato e capito; ma riesce nello scopo che ogni opera cinematografica dovrebbe avere: mantenersi viva nella mente dello spettatore anche una volta uscito dal cinema. Per viva intendo che 'It follow' è uno di quei film che offrono allo spettatore più chiavi di lettura, senza per questo rivelarsi accomodante.
Noi non abbiamo idea da dove provenga questa entità che perseguita colui che è stato "contagiato", e neppure perché si trasmetta attraverso il rapporto sessuale. Possiamo solo fare delle ipotesi.
Inizio col dire che non ci troviamo di fronte al classico "mostro": ľentità è visibile solo da chi è stato "contagiato", ma allo stesso tempo, é tangibile. Non emette nemmeno un suono, si limita solamente a procedere lentamente nella direzione della sua vittima. Ľentità persecutoria non è una creatura tentacolare, o un licantropo, o qualunque altra creatura da incubo che possiate immaginare. Ha ľaspetto di un comunissimo essere umano; ľunica sua variante é ľetà, il sesso, un handicap fisico, o il fatto che indossi dei vestiti o sia completamente nudo.
Ľentità cambia aspetto ogni volta che la vittima nota la sua presenza: una donna anziana, un bambino, una giovane dal volto tumefatto, un ragazzo affetto da macrosomia, un uomo completamente nudo, o un parente defunto.
Si potrebbe interpretare il film (o almeno una delle tante interpretazioni) come una metafora del passaggio dalľinfanzia alľetà adulta, della perdita delľinnocenza, del sesso come rito di passaggio.
Alľinterno del film gli adulti sono praticamente inesistenti, se ci sono li vediamo solo di spalle, ne udiamo solo la voce, o li vediamo a distanza; pare quasi che abitino un'altra dimensione. Un evidente metafora delľincomunicabilitá generazionale e delľindifferenza del mondo degli adulti verso i più giovani.
Inoltre non abbiamo dati certi per quanto riguarda la collocazione temporale della storia.
Se ne potrebbe discutere anche da un punto di vista psicoanalitico, ma chi sta leggendo questa recensione probabilmente si starà chiedendo "quando finirà?", perciò mi limiterò a fare un solo esempio: più volte durante il film troviamo Jay immersa in piscina; quella piscina attraverso una sorta di regressione alľinfanzia, assurge al ruolo di ventre materno, in cui la protagonista si immerge per sentirsi al sicuro.
Per quanto riguarda ľentità senza nome, si può supporre che si tratti di una sorta di emanazione corporea delle paure, dei traumi, dei desideri che albergano nelľinconscio dei protagonisti; e anche questo tentare di sfuggirgli lo si può "leggere" sotto forma di metafora: ľentità è la responsabilità, che si associa a temi come la crescita e la maturità. Cose che i protagonisti non hanno ancora intenzione di accettare.
Ma questa - alquanto approssimativa - é solo una delle molteplici interpretazioni che si possono dare al film. Ma mi fermerò qui (anche se potrei continuare).
Ammetto che è un'opera che anche dopo la visione, lascia un senso di inquietudine.
Il colmo sarebbe se dopo tali elucubrazioni chiedessero al regista qual è il senso del film, e lui rispondesse: "Nulla di che, volevo solo fare un film horror a basso costo con protagonista un'entità demoniaca che si trasmette come una malattia venerea. Tutto qua."
Chissà poi qual è la verità...
Comunque, buona visione.
